Un tempo ci si faceva prestare i libri, dalla biblioteca, dagli amici, oggi grazie alla tecnologia, è possibile trovare un’ampia di varietà di titoli, sempre a disposizione in streaming gratuito. Nasce Yeerida, il social network letterario dove è possibile leggere libri gratis e in streaming su qualsiasi dispositivo.
L’idea è venuta a tre giovani ragazzi italiani – Federico Josè Bottino, Fabrizio Vargas Bosco e Jacopo Maria Vassallo – che puntano a rivoluzionare la fruizione dei contenuti editoriali poggiandosi su tre valori fondamentali: gratuità, qualità e innovazione. Con più di mille titoli a disposizione di oltre 20 case editrici che hanno aderito al progetto, la startup torinese è pronta a raggiungere risultati importanti. Read more
Su e-lettera22, il blog di Imprese di Talento, l’intervista ad uno dei soci fondatori, Federico Josè Bottino.
Nell’era della comunicazione disintermediata, farsi “notare” e ancor più “farsi scegliere” non è cosa facile, soprattutto in settori come quello dell’editoria, fortemente in crisi. Come fare quindi per guadagnare riconoscibilità referenze e quindi consenso?
Il consenso lo guadagni fornendo un’innovativa esperienza di fruizione dei contenuti di qualità, affinché l’utente ti riconosca come un buon servizio. La referenza invece non è altro che una cronologia di fatti verificati, secondo me. Le referenze di Yeerida sono gli stessi editori che sposano la nostra filosofia sul copyright, sul diritto di comunicazione e sull’importanza di avvicinare utenti al proprio marchio editoriale tramite contenuti editoriali accessibili a tutti gratuitamente.
Yeerida vuole essere lo Spotify dei libri?
Se per “Spotify” intendiamo servizio di streaming internazionale di contenuti editoriali (loro discografici, noi letterari) fruibile gratuitamente su qualsiasi tipo di device, la risposta è sì: vogliamo diventare lo Spotify dei libri. O, se vogliamo, “Youtube dell’editoria tradizionale”.
Se per “Spotify” intendiamo il fatto che in futuro proporremo un abbonamento, la risposta è che non lo escludiamo a priori ma per ora siamo concentrati sul fornire libero accesso a contenuti testuali editoriali per diffondere la cultura. Ora vogliamo rimanere un servizio gratuito illimitato, senza abbonamento.
Se in ultimis per “Spotify” si intende la partecipazione delle major nelle strategie di attribuzione revenues, questo no. Stiamo cercando di strutturare un sistema di retribuzione equo basato sulle letture, calcolate uninominalmente: pagina per pagina.
Come nasce l’idea di Yeerida e cosa vi aspettate dopo il lancio di questa nuova start-up?
Yeerida nasce dopo le mie riflessioni in seguito a una serie di conferenze tenutesi in una fiera a Roma nel 2014. Tornato a Torino mi misi a lavoro con Fabrizio e Jacopo per pensare a un modello di business che potesse rendere Yeerida possibile e, ancor più importante, appetibile. Ora che ci siamo lanciati sul mercato italiano, stiamo preparando l’internazionalizzazione del nostro catalogo, prendendo contatti con i mercati anglofoni e ispanofoni per esportare il modello di diffusione culturale Yeerida anche all’estero. Ci aspettiamo senz’altro che il mercato internazionale reagisca, soprattutto quello dell’editoria tradizionale; speriamo in maniera positiva. In Italia sembra che ci stiamo riuscendo e sembra che la nostra comunicazione stia riuscendo a penetrare gli editori.
La cultura non ha prezzo, attraverso la cultura si cresce e ci si evolve, oggi rimane però ancora una discrasia tra ciò che è gratuito e ciò che non lo è, tra ciò che per un target più giovane è normalità e ciò che per target più “old style” non lo è. La domanda quindi è: come fare per piacere ed essere ricercati trasversalmente?
Molto banalmente, proponendo contenuti di qualità e che abbiano una certificazione editoriale. Casi internazionali come Wattpad, Fan Fiction, Lulu, non riescono a trattenere la loro utenza (che è un flusso di adolescenti – giovani adulti) proprio perché hanno delle politiche copyright che non consentono loro di lavorare con contenuti provenienti dall’editoria editoriale. Gli editori insieme possono proporci un catalogo di contenuti molto eterogeneo e possiamo quindi proporre il nostro servizio a qualsiasi fascia d’età.
Un consiglio per i giovani che vogliano come voi intraprendere la “missione” imprenditoriale, cosa serve? cosa aiuta? Come renderla sostenibile nel tempo?
Serve tanto, tantissimo studio del mercato in cui si sta entrando e una ampissima dose di autocritica nei confronti del proprio business e delle proprie strategie. Serve un’idea innovativa e, se è innovativa, serve un meccanismo originale che la renda sostenibile operativamente e (soprattutto) dal lato finanziario. Ciò che sicuramente aiuta è cercare fin da subito un investitore perché questo mette a dura prova il business-plan che una start up deve necessariamente redigere. Sono molto importanti anche i feedback di persone che hanno avuto esperienze, meglio se di insuccesso, in start up. Si può imparare molto dai successi ma soprattutto dai fallimenti degli altri.