Presidenti, amministratori delegati, capi di governo, ministri, in molti hanno al proprio fianco un consigliere strategico sulla comunicazione. Perché non gli allenatori di calcio?
Sappiamo quanto il football, in Italia e all’estero, venga seguito e fidelizzi, influenzando le strategie economiche dei club, sempre più aziende dal business diversificato, dei broadcaster, che consentono la visione degli eventi sportivi, del governo del calcio e di tutte le organizzazioni, imprese e professionisti coinvolti in un mercato che pesa anche dal punto di vista finanziario e incide sul prodotto interno lordo.
Per questo motivo ogni successo o sconfitta che coinvolge i protagonisti del pallone, ogni parola fuori posto, un silenzio come una polemica strumentale, hanno peso specifico rilevante, capace di condizionare l’andamento di un titolo in borsa, di destabilizzare la tifoseria, di cambiare una pianificazione già approvata.
Indro Montanelli riferendosi al giuoco del calcio nel nostro Paese scrisse: “forse uno dei guai dell’Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida – forza Roma- allude solo ad una squadra di calcio” una frase che mette in luce nel bene e nel male il lato passionale e appassionato delle nostre genti e al tempo stesso richiama un senso di responsabilità, etico, comportamentale e valoriale, da parte di chi viene molto spesso considerato come un idolo.
Le parole contano tanto quanto i risultati: le evoluzioni comunicative hanno invaso anche i calciatori e con rammarico ci preme dire che pure le famigerate “Wags” – Wives And Girlfriends – ovvero le mogli dei giocatori, spesso più influencer dei loro compagni. Scrivo con rammarico perché in una società evoluta e paritaria, il protagonismo sportivo dovrebbe coinvolgere in egual misura uomini e donne. Non è ancora così, seppur negli ultimi anni il calcio femminile sia finalmente diventato una realtà, un modello sul quale investire dal punto di vista sportivo e come immagine di un Paese dove certi valori contano e si rispettano.
Lo sport in quanto disciplina è meno ascoltato rispetto ai protagonisti che lo praticano: ai tempi di Gianni Brera, le pagelle del giorno dopo del giornalista con la pipa in bocca suonavano come una sentenza, oggi il chiacchiericcio calcistico verte sull’immagine, e non è escluso che per certi player questo conti di più rispetto alla prestazione performante e alla tutela del proprio comportamento, dentro e fuori dal campo.
Le parole contano, e fanno notizia: comunicare un risultato, una scelta, un malumore, influenza l’umore dell’opinione pubblica, ma anche del mercato, inteso dal punto di vista finanziario, e non solo calcistico. Sono tanti i casi nello sport e nel calcio in particolare, in cui è stata utilizzata, implusivamente o in modo ragionato, la comunicazione per richiamare o distogliere l’attenzione dei media arrivando agli anziani del bar del paese. L’ultimo esempio è stato lo sfogo di un noto allenatore italiano: una conferenza stampa dove il coach si è trasformato anche in portavoce di se stesso, scegliendo tempi, modi e parole per affermare un disagio che probabilmente covava da tempo e che ha voluto esternare a campionato terminato ma in piena corsa nelle competizioni europee.
I Leader carismatici si distinguono anche per il loro modo di comunicare, ma in certi ambiti dove le luci non si spengono mai, occorre mantenere a freno l’istinto e usare la tattica, intesa come pianificazione strategica del processo di comunicazione.
Ecco perché ha molto senso che l’allenatore di calcio abbia un proprio portavoce, che lo consigli e lo guidi nel modo di comunicare e di dialogare con pubblici diversi, perché ormai una mezza parola detta, una battuta ironica, una risata sarcastica si può trasformare in tempo reale in un titolo a mezza pagina sui principali siti sportivi, ripreso dai quotidiani nazionali il giorno dopo e commentato dai tabloid di tutto il mondo. Così funziona. Tutto questo non ha influenze solo sul mandante e sul destinatario della comunicazione, condiziona anche le opinioni dei tifosi, il lavoro dei club, le scelte e i programmi futuri. Forse davvero intorno al pallone dovrebbe nascere una nuova figura professionale: il portavoce dell’allenatore.
* Articoli pubblicati su blog di Affari Italiani The Ghost Writer
Imprese di Talento, fondata nel 2013 da Daniele Salvaggio (LinkedIn) è una società di consulenza strategica in comunicazione istituzionale e corporate. Tra i clienti appartenenti a diverse industry figurano associazioni di rappresentanza, studi legali e professionali, piccole e medie imprese.